Quando l'amministrazione carmignanese del sindaco Antonio Cirri chiese a Quinto Martini una scultura per l'arredo della piazza di Seano l'artista propose l'idea non di una statua, «che sarebbe rimasta isolata, avulsa dall'ambiente circostante, né più né meno di tanti birilli che costellano tante altre piazze d'Italia, ma di un qualcosa di diverso, un masso ad esempio, una scheggia petrosa che poteva esser rotolata lì per caso dal monte».1
1 Dalla Presentazione del progetto del Parco-Museo con sculture di Quinto Martini, Seano 28 giugno 1981.
2 Per questa eventualità, Martini scelse Antonio Di Tommaso, uno scultore dotato di grande perizia tecnica.
3 Da un'intervista rilasciata dall'artista ad Arrigo Cecchi per «La Nazione» del 7 dicembre 1984.
4 Da un'intervista rilasciata a M. Moretti per «La Nazione», 31 ottobre 1988, p.6.
Cercherò di spiegare perché il progetto del parco-museo di Seano è un'iniziativa importante, forse al di là di quanto i promotori stessi suppongono. In cosa consiste questo progetto? Nel creare uno spazio centrale e aperto, per attività diverse di tempo libero, uno spazio polisegnico, triangolazione di diverse funzioni sovrapposte, combinazione di materiali naturali e artificiali, e animato da una sequenza di sculture donate da un artista toscano profondamente legato alla realtà locale.
Ciascuno di questi elementi, preso a sé, può ritrovarsi certamente in progetti, esperienze e realizzazioni fatte altrove; nel loro insieme, invece, essi configurano un caso esemplare, e forse persino alternativo rispetto alla pratica corrente.
In primo luogo questa attrezzatura costituisce un incremento significativo del capitale fisso sociale e pubblico esistente, ciò che già si pone da una parte precisa della dialettica dello sviluppo urbano, fortemente sbilanciata verso l'appropriazione privata dello spazio (mentre è stato detto, molto giustamente, che non esiste un vero tempo libero senza uno spazio libero).
C'è un secondo fatto che si lega subito al primo: e questo richiama alla nozione di un tempo libero sociale – e non consumistico – reso disponibile a tutti, collettivamente. La metropoli – non solo la metropoli, ma anche la stessa periferia, i luoghi di villeggiatura, e finanche l'interno delle nostre case – sono bombardate continuamente dai mass media che sollecitano l'infinito consumo individuale di nuovi spazi-oggetti o nuovi oggetti-spazio, valori di scambio piuttosto che d'uso; qui, nel progetto di Seano, il tempo libero, l'esercizio fisico, lo svago, si incontrano con la qualificazione culturale, si inseriscono in una rete di rapporti sociali. Il parco-museo diventa insomma uno di quegli spazi di aggregazione di gruppo dei quali la città contemporanea è così carente. Una delle vie attraverso le quali può compiersi il recupero della città - la grande città come la piccola – è quello dei servizi sociali, un settore che appare fra i più duttili a innescare un processo innovativo, proprio perché basato su strutture non gerarchizzate.
C'è infine ancora un fatto quanto mai importante. Combinando una serie di funzioni che costituiscono una risposta precisa a bisogni biologici e sociali (tanto spesso disattesi) con l'originale sequenza della scultura d'arredo, il parco museo diventa un segno molto forte di identificazione della piccola comunità di Seano, una sigla simbolico-topica: qualifica insomma una 'presenza' nella multiforme e complessa realtà territoriale, riporta a ripensare lo spazio in termini di 'luogo'. Si potrebbero sprecare altre parole più altisonanti su questo punto, ma fermiamoci qui: è certo che il processo di urbanizzazione degli ultimi trenta anni, ora entrato parzialmente in crisi, non solo ha depauperato economicamente la periferia e la campagna rispetto ai centri, ma ha anche ridotto grandemente o annullato le particolarità significative del contesto socioeconomico, spaziale e produttivo (un tempo costituite dalle fiere, dai mercati, dai rituali e dalle tradizioni locali). Anche su questo fronte c'è bisogno di un recupero intelligente, di un nuovo equilibrio. E chi si interessa da addetto ai lavori dell'organizzazione della città contemporanea, troppo spesso pressato dai problemi dilanianti della metropoli, non dovrebbe ignorare o sottovalutare quanto in questa direzione si compie anche nelle comunità minori: non solo perché l'indifferenza ai processi complessivi di riaggregazione della realtà territoriale non paga, non solo perché un equilibrato sviluppo urbanistico può definirsi realmente soltanto a livello di tutto lo spazio abitato e usato dall'uomo, ma anche per l'interesse specifico, puntuale, che certe iniziative, come quella di Seano, possono avere anche per i punti caldi del territorio.
E sotto questo profilo il parco-museo di Seano è realmente alternativo: perché sperimenta valori inconsueti nella pratica della città speculativa, e costituisce a questo titolo un'anticipazione, sia pure parziale, di una città diversa.
Da: Parco-Museo Quinto Martini a Seano, catalogo delle sculture a cura di Marco Fagioli. Edizione del Comune di Carmignano con il patrocinio della Provincia di Prato, Prato, 1997.